I nostri racconti


venerdì 22 gennaio 2010

Capitolo 6

"...Passato il portone, si aprì davanti a noi l’immenso parco, una distesa verdeggiante di erba e alberi, e qualche famigliola qua e la. ..."_Castello Sforzesco, Milano_

Erano circa le 10 e 45 e Piazza Duomo era gremita di visitatori e non. Il Duomo si imponeva solenne di fronte a noi, bianco e illuminato dal caldo sole estivo. Davanti a questo spettacolo restammo qualche minuto imbambolati a guardare la magnificenza dell’ edificio, in un silenzio quasi religioso.
Non sapevamo cosa fare così, da bravi vicentini, decidemmo di fare sosta in un bar: la scelta cadde sul famoso “Zucca in Galleria”, storico caffè del centro all’entrata di galleria “Vittorio Emanuele II”.
“Ci spenneranno come polli, però ci possiamo gustare uno spritz in Piazza Duomo!” dissi, appena trovato un posto all’aperto.
“Questo è sicuro. Allora, che si fa? Non era certo in programma questa piccola deviazione”. Rimasi a pensarci sopra qualche secondo, tuttavia non erano molte le cose che mi vennero in mente.
“Beh... non sarebbe una brutta idea fare un giro in galleria, vedere qualche negozietto. Magari c’è qualcosa di carino! Un pranzo al volo e poi si potrebbe andare al Castello Sforzesco se abbiamo tempo. Così vediamo il parco. Tu che ne dici Camilla?”. Mentre ci pensava sopra arrivò il cameriere per prendere le ordinazioni, veloce come un falco che cattura un topolino e se lo mangia in un boccone.
“Che cosa desiderate ragazzi?”. Il tipo era alto e molto giovane, vent’anni al massimo. Bisognava ammettere che era un gran bel pezzo di ragazzo e Camilla se n’era sicuramente accorta. “Ma guarda come si atteggia il tipo! Guardala e ti ammazzo, ti rompo le ossa una per una. Parto dalle dita delle mani e arrivo ai piedi! Cazzo la guardi che non la conosci neanche!”. Per fortuna lo pensai soltanto. Il tipo era un po’ imbarazzato perché continuava a sbagliare l’ordinazione. Scriveva e cancellava, riscriveva e ricancellava. Dopo un po’ di tempo riuscimmo a ordinare due spritz e il ragazzo se ne andò, finalmente.
“Oh Riky! Visto che figo?”.
“Sarà, a me non sembrava tutta sta bellezza! Comunque, tornado a prima, che ne dici?”. Avevo risposto seccamente, in modo da insabbiare definitivamente l’argomento “Figo del bar” e passare a cose più serie.
“Si dai, non è una brutta idea... Magari trovo qualcosa di carino da prendermi”.
Finalmente dopo qualche minuto di attesa, passato al telefono con Tommaso per raccontargli le ultime novità, arrivarono gli spritz con un po’ di patatine. Per fortuna però non fu il cameriere di prima a portarle, ma una donna sulla trentina, e così evitammo gli odiosi commenti precedenti.
Cominciai a sorseggiare tranquillamente il mio drink, godendomi la fresca brezza che spirava sulla piazza. Quando presi coraggio guardai il conto. Per poco mi soffocavo!
“L’avevo detto io che ci avrebbero spennati. Va beh, siamo in Piazza Duomo, non ci si poteva aspettare altro”.
Passò circa mezz’ora, noi seduti a sorseggiare gli spritz e parlare del più e del meno. Nonostante gli imprevisti vari la giornata mi piacque da morire. Ero a Milano, con la ragazza di cui ero follemente cotto e tutto sembrava andar bene.
Erano ormai le 11 e un quarto quando decidemmo di andare verso castello sforzesco. La strada era parecchio lunga, ma camminando mano nella mano tutto il resto mi pareva tremendamente inutile, indifferente e secondario.. Era come se ci fossimo solo io e lei! Non riuscivo a staccarle lo sguardo di dosso, mi godevo ogni curva del suo corpo, ogni sillaba delle sue dolci parole. Quasi brillava di un’aurea argentea.
Ci mettemmo un bel po’ ad arrivare a destinazione perché la ragazza si fermava ad ogni negozio a guardare con scrupolosa attenzione le vetrine, o alcune volte ci entrava per osservare più da vicino e toccare con mano i vestitini che la incuriosivano particolarmente. Parlavamo, scherzavamo, ridavamo. Sembravamo in un mondo tutto nostro.. che sensazione incredibile!
Finalmente arrivammo a destinazione, con qualche borsa in più, ognuna piena del più e del meno. Davanti a noi si aprì la vista del Castello Sforzesco, grande e imponente. La brezza aveva lasciato posto ad una cappa di calore insopportabile, che ti mozzava il fiato in gola. Insomma, un caldo cane. Arrivato in prossimità della fontana rotonda, davanti all’entrata del castello, mi sedetti sul bordo e mi rinfrescai un po’ il polso e la fronte.
“Per fortuna c’era la fontana! Altri cinque minuti sotto ‘sto maledetto sole e ci lasciavo le penne!”. Dissi alzandomi.
“Non dirlo a me, sto morendo di caldo! Accidenti, si stava così bene con la brezza di prima... va beh, entriamo così ci stendiamo sotto qualche albero? Così ci rinfreschiamo all’ombra”.
Annuii lentamente mentre cominciavo a camminare nella direzione indicatami dalla Cami. Passato il portone, si aprì davanti a noi l’immenso parco, una distesa verdeggiante di erba e alberi, e qualche famigliola qua e la.
“Direi di mettersi la” dissi indicando una fontanella “Così abbiamo acqua comoda. Stendiamo la coperta e sdraiamoci sull’erba vah!”.
“Si dai, così finisco di leggere Vogue e magari facciamo anche un pisolino, che non sarebbe proprio male”.
Così facemmo, stesi la coperta sul manto erboso, tirai fuori iPod e acqua e mi stesi.
“Oh la, adesso si che si sta comodi!”. Camilla si stese di fianco a me, stringendosi un pochino per non sporcarsi con il terriccio. Mi misi le cuffiette alle orecchie e stavo per scegliere l’album da ascoltare quando la ragazza mi si avvicinò titubante. Eravamo faccia a faccia, ci guardavamo intensamente negli occhi, quasi per cercare di leggere uno il pensiero dell’altra; prendendomi in controtempo lei si avvicinò lentamente, per poi baciarmi dolcemente le labbra.
La cosa mi lasciò letteralmente di stucco, non capivo più nulla, il cuore batteva come un forsennato, facendo le capriole.. Sì, letteralmente! Dovevo essere diventato completamente bordeaux perché sentivo la faccia bollente. Finalmente mi ripresi da quello stato di assoluto stupore. Le sue labbra erano morbide e leggermente umide, sentivo il calore della ragazza incendiarmi il cuore. Le cinsi i fianchi e la strinsi forte a me, assaporando quel momento e gustandomi con delicatezza il suo corpo perfetto, la sua femminilità, il suo profumo inebriante. Passammo ore abbracciati l’uno all’altro scambiandoci baci pieni di passione, dolcezza.. e forse chissà…….. pieni di amore!
Finalmente era mia.

Nessun commento:

Posta un commento