I nostri racconti


sabato 9 gennaio 2010

Capitolo 2


Il nostro sconvolto prete si risvegliò sobbalzando, sul suo letto. Giuseppina, la perpetua, lo guardava con apprensione, tendendogli una tazza di vin brulè e una fetta di focaccia, mentre il giovane medico di paese, che evidentemente aveva aiutato l’arzilla vecchietta a spostare il padre svenuto, guardava fuori dalla finestra scrutando la campagna infinta.
“Ciò Andrea, varda che el vecio se gà svejà, el sta ben. Deso se beve el vin e dopo teo vedi saltare so par i scalini de monte bèrico che xe un divertimento. Grasie mile de tuto seto! Se vedemo doman de sera, che go da dirte na cosa sula Maria, che a sta mae va la! Bona domenega”
“Ehi Andrea, guarda che il vecchio si è svegliato, sta bene. Adesso si beve il vino e dopo lo vedi saltare giù per gli scalini di Monte Berico che è un divertimento. Grazie mille di tutto sai! Ci vediamo domani sera, che ho da dirti una cosa su Maria, che sta male! Buona domenica”.
Don Lino era ancora un po’ rintronato, ma accettò di buon grado la tazza di brulè e la focaccia. Intanto che il vecchio si riprendeva, Giuseppina lo bombardò di domande, senza neanche lasciargli il tempo di rispondere o di mandare giù il boccone per farlo.
“Ciò ma sa ghèto fato? Sito cascà? Ghèto fato un’infarto? No eeeh! Parchè senò a ciamo Andrea che te porta l’ospedale seto! Ma steto ben? Vuto altro? Na coerta? Gheto fredo? No ma dime parchè te porto calcosa se te voi! Non sta mia farte problemi!”
“Scusa ma cos’hai combinato? Sei caduto? Hai fatto un infarto? No eeeh! Perché sennò chiamo Andrea che ti porti all’ospedale sai! Ma stai bene? Vuoi altro? Una coperta? Hai freddo? No ma dimmi perché ti porto qualcosa se vuoi! Non farti mica problemi!”
“Madona santisima benedeta Pina!! Non sta rompere, sto ben sto ben! E’ che l’è suceso un casìn madona santa, e no so nianca come fare deso. I ga robà e oferte! Tute madona santa, ma se poe essere così? Ma che mondo xeo? E deso come femo eh? Dime...”
Madonna santissima benedetta Giuseppina!! Non rompere, sto bene sto bene! E’ successo un caos tremendo madonna santa, e non so neanche come fare adesso. Hanno rubato le offerte! Tutte madonna santa, ma si può essere così? Ma che mondo è? E adesso come facciamo eh? Dimmi...”.
“Ma sito drio schersare? Ma chi xe stà! Beh, deso sta calmo e raposate seto. Vuto n’altro gioseto de vin?”
“Ma stai scherzando? Ma chi è stato! Beh, adesso stai calmo e riposati sai. Vuoi un altro goccio di vino?”
“Ma no, sta calma… deso a dormo na scianta e poi vedemo cossa che gavemo da fare. ‘Tanto scominsia a stirare el vestì par doman de sera che te se che gò la cena col vescovo dea città”
“Ma no stai calma… adesso dormo un po’ e poi vediamo cosa dobbiamo fare. Intanto comincia a stirare il vestito per domani sera che sai che ho la cena col vescovo delle città (vicenza)”.
Giuseppina sbuffò e se ne andò dalla stanza. Intanto il buon prete restò sotto le coperte a rimuginare sull’accaduto. Fuori stava cominciando a fioccare leggermente. Decise finalmente di organizzare un’incontro con il paese per spiegare l’accaduto e cercarne il responsabile.
Dopo circa 5 minuti passati a pensare all’accaduto decise di alzarsi per far partire la voce del ritrovo in chiesa. Decise di chiamare la Teresa per dirle dell’incontro:
TUUU…. TUUU… “Ciò Teresa, so la Pina! Ciò scolta, el me ga dito Lino che el fa ‘na riunion en te la cesa parchè l’è accadù un casìn. Scolta, fa cosita, ciama l’Anna Maria e dighe sta roba. Se trovemo tuti quanti quando che el vecio sona e campane”.
TUUU…. TUUU… “Ehi Teresa, sono la Pina! Ascolta, mi ha detto Lino che fa una riunione in chiesa perché è successo un casino. Ascolta, fai così: chiama l’Anna Maria e dille questa cosa. Ci si trova tutti quanti quando il prete suona le campane”.
Essendo la Teresa sorda per antonomasia non si era minimamente accorta che era Don Perignon a parlare e non Giuseppina. Fatto sta che le comare fecero passare la voce a tutto il paese che, intorno alle 5 dopo il suono delle campane, si riunì finalmente in chiesa. Tutti erano curiosi di sapere cos’era accaduto, tranne ovviamente il colpevole, che era a conoscenza di tutto.

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