I nostri racconti


domenica 3 gennaio 2010

Io, Me, Francesca, Giulia!

Capitolo 1





Francesca era ormai all’altezza della stazione. Era in stra ritardo e stava camminando nella maniera
più veloce permessa dalle sua ballerine tutte rosa comprate poche ore prima da Bruschi per
l’occasione. Doveva incontrarsi con Giulia, la sua migliore amica, e un certo Davide. Le parlava da
mesi di questo tipo, si erano conosciuti su facebook, il famoso social network. Guilia si era iscritta
da poco e l’unica foto che aveva nel pc era quella di qualche mese prima al mare lei e Francesca.
Che estate, avevano passato una settimana ogni sera in discoteca o in qualche locale “In” di Jesolo, a ballare e bere come spugne.
Fra era ormai in viale Roma quando le squillò improvvisamente il cellulare da qualche parte nella
borsa. Cominciò a cercare in ogni angolo sperduto dell’immensa tracolla quando finalmente lo
trovò.
“Pronto!!” Cinguettò con voce acuta.
“AAAAAH! Fra Fra fra!!! Sono in stra ritardo, CAZZO! Quell’idiota di mio fratello non trova le
chiavi e siamo ancora a casa!! Cosa facciamo?” Strillò Giulia dall’apparecchio.
“Giulia, Fan… cuore! Cavolo, già dovevo fare la vostra terza incomoda perché non hai il coraggio
di andare da sola, e ora devo stare con lui???”.
“Per Favore Fraaaa…. Sono la tua migliore amica.. inventa qualcosa!”
Ormai Francesca era in piazza Castello e vedeva già il giovane seduto davanti alla statua di G.
Garibaldi, si avvicinò piano mentre parlava al telefono.
“Dai, per favore, stai un po’ con lui…”.
“Ma col caz…. Uhuuuuh, ok ok, starò con lui, ciao.” Le riattaccò il telefono in faccia. Giulia tentò
di capire il perché di questo repentino cambiamento ma inutilmente. Ormai Francesca stava già leggiadramente comminando verso Davide, che se ne stava seduto ai piedi della statua con il cellulare in una mano e l’altra nella tasca delle bermuda bianche della gas, che facevano coppia con
una camicia nera Armani. Stava davvero bene secondo la ragazza. Portava un paio di Ray-Ban a specchio, con i capelli lisci corvini che gli facevano capolino davanti agli occhi. Ad ogni passo il battito continuava ad aumentare, ed era sempre più nervosa. Finalmente lui alzò gli occhi lentamente, squadrandola da capo a piede, nascosto dietro le sue lenti a specchio. Francesca era rimasta stupita dal ragazzo, non era il più bello che avesse mai visto, ma ne rimase comunque perdutamente affascinata; era indecisa: se si fosse presentata come Francesca, avrebbero aspettato che arrivasse Giulia e poi avrebbe passato il pomeriggio di fianco a questa coppietta di fringuelli che si cinguettano frasi sdolcinate, ma se avesse detto d’esser Giulia? “Ciao, Davide, tu devi essere Giulia!” Aveva detto il giovane togliendosi gli occhiali firmati e svelando due occhi chiarissimi, quasi di ghiaccio, sembrava si illuminassero accostati ai capelli scuri, scuri. Alla ragazza venne quasi da svenire quando li vide, le mancò la terra sotto i piedi.
“Io? Eh, si si... sono Fra eh, Giulia, piacere!”
Niente da fare, non aveva riflettuto sulle cose che sarebbero accadute dicendo quelle sei lettere. Aveva detto quelle poche parole quasi sussurrandole, quasi a voler mascherare l’inganno senza volere.
“Si? Sicura?” Davide aveva un sorrisetto strano, quasi avesse capito il perché delle parole di Francesca. Francesca arrossì vistosamente, malgrado la sua carnagione abbronzata dal mese in Costa Azzurra, poi annuì poco convinta. Il caldo era davvero forte, così Davide e “Giulia” decisero di rifugiarsi in uno dei tanti caffè che popolavano il centro storico.
“Scusami, ma non dovevi venire con una tua amica... Federica?” Chiese lui mentre passeggiavano.
“Chi? Ah, no si chiama Francesca, forse arriva dopo, ma non sono sicura perché ha detto che aveva problemi di trasporto... colpa di suo fratello.” Le parole erano uscite tutte d’un fiato, sembravano dette solo per convincere il bel ragazzo al suo fianco.
“Allora, Giulia, come sta tua sorella?” Era evidente che il ragazzo era un po’ imbarazzato e non era
sicuro che questo fosse il miglior modo per rompere il ghiaccio. Francesca fu presa un po’ in contro
tempo, non si aspettava per niente delle domande di quel genere, si aspettava cose del tipo “come vanno le vacanze”, “che scuola fai?”, “hai il ragazzo”, si era preparata anche ad un poco realizzabile
“ho casa libera e dato che è caldo vuoi che facciamo un salto a rinfrescarci?”Di certo non si era preparata a domande su cose che non la riguardavano strettamente, in quanto fingeva di essere la sua migliore amica.
“Non ho una sorella... ” Le scappò d’impulso.
“BENE, BENISSIMO, SPLENDIDAMENTE DIREI!!” Quasi urlò, doveva stare attenta, non poteva rischiare di mandare tutto a quel paese. Accigliato Davide le rispose quasi sottovoce:
“Ma non mi avevi detto che era a casa con la bronchite?”. -La bronchite? Ma che cazzo dice, l’Annina non ha la bronchite, me lo avrebbe detto Giulia! Boh...– pensò tra se e se.
“Certo! Si, si, brutta bronchite! Oh si! Beh ma bene... bene nel senso... nel senso che ora sta meglio,
si! Molto meglio!” Avrebbe voluto sotterrarsi sotto una montagna! Lui di tutta risposta la guardò un
po’ storta, ridendo. I due dopo aver riso per 10 minuti per questa e quell’altra cazzata arrivarono al “Caffè Natura” e si sedettero all’ombra degli ombrelloni. Dopo che i due si sedettero il cellulare di Francesca cominciò a suonare, qualcuno la stava chiamando. Era Giulia e allora la ragazza cominciò a sudare freddo.
“E ora che cazzo le dico?” Sussurrò Francesca.

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