I nostri racconti


giovedì 7 gennaio 2010

Capitolo 4

Intanto dentro la chiesa era caduto il silenzio, qualcuno era uscito per chiedere al buon Padre la restituzione dei soldi, invano ovviamente. Altri se ne stavano in silenzio seduti sulle panche, a rimuginare sull’accaduto. Ora che tutti avevano incolpato qualcuno, senza conoscerne la sua innocenza, non avevano più nulla da fare. Ad un certo punto si alzò il vecchio Ettore:
“Compagni, gavì fato ‘na capea! No se mia sta el Lino. Mi lo so parchè…. parchè so sta fora con lu a ciacolare. El ga sbaià parchè el ga bestemià, ma savì tuti quanti come che l’è. Podaria esser sta calcheduno che el poe rimanere visin all’altare, sensa che nesuni pensa mae”.
Compagni, avete fatto una stupidaggine! Non è stato Lino. IO lo so perché… perché sono stato fuori con lui a parlare. Ha sbagliato perché ha bestemmiato, ma sapete tutti quanti com’è. Potrebbe essere stato qualcuno che può rimanere vicino all’altare, senza che nessuno pensi male”.
Tutti erano confusi, spaesati, forse perché avevano capito di aver sbagliato. Tutti sanno però che non si può non dare la colpa a qualcuno, tutti sanno che non ci si sente realizzati finché non si ha trovato un capro espiatorio. Dopo qualche istante di borbottii si alzò un vecchio, sulla sessantina, calvo:
“Ma ‘lora, se non l’è sta lu... chi seo el colpevoe? Dime Perugino, ti che te pensi de savere tuto, a chi demo la colpa?”
Ma allora, se non è stato lui... chi è il colpevole? Dimmi Perugino, tu che pensi di sapere tutto, a chi diamo la colpa”.
Tutti volevano dare la colpa a qualcuno, fregandosene se la cosa fosse giusta o meno. L'uomo sostanzialmente tende a trovare il colpevole, tende ad accusare qualsiasi persona. Tutti, forse per pregiudizio, per stupidità, non vedevano di buon occhio Perugino, per quel colore un po’ “abbronzato” come lo definirebbe qualcuno, della sua pelle. Questo per dire che all’interno di quella che dovrebbe essere la casa del signore, si dicono e si pensano cose peggiori del furto stesso. Non contento di aver messo in cattiva luce Lino e il povero Perugino, prese di mira una ragazza, certamente con una fama non delle migliori. Samantha, Sammy, Se ne stava in un angolo, intenta a guardarsi allo specchietto per controllare che il trucco fosse a posto. Era abbastanza irrequieta, forse perché conosceva il colpevole, o forse semplicemente perché doveva uscire con qualche amico poco raccomandabile.
“E ti Samantha, sa disito eh? No te se mia ninte de sta storia? De soito te si sempre ti che te meti le oferte in tel caseto dei pressiosi. Lora? Sa disito?”

E tu Samantha, cosa dici eh? Non sai nulla di questa storia? Di solito sei sempre tu che metti le offerte nel cassetto dei preziosi. Allora? Cosa dici?”.
La povera ragazza, nel pieno dei suoi 16 anni, certamente a volte troppo influenzata dalle sua tempeste ormonali, ma di certo non colpevole della sua età, rimase basita da quella domanda così accusatoria. Alla poveretta caddero davvero le braccia, non sapeva cosa rispondere e se rispondere. D’altronde, cosa fareste voi, lettori, se vi dessero della ragazza di “facili costumi” solo per un modo di vestirsi e di fare un po’ eccentrico? La poveretta non rispose, più indignata che spaventata.
“Lora cara? No te rispondi mia? Vediò cari amici? No la parla parché la sa che a gavaria da dire solo che busìe par no ciaparse e colpe! Forse Lino nol gà fato niente de mae, ma so sicuro che a se sta ea! La se sempre con chei sui ‘mighetti pi grandi de chealtra parocia. Basta, mi me ne vado da sto posto, i se tuti ladri qua dentro, Lino, che putea che a beve bianco che non l’è late, el negro la! Perugino, no me te si mai piassudo. Nol se poe vivare con gente del genere dentra ‘na cesa.”
Allora cara? Non rispondi mica? Vedete, cari amici? Non parla perché sa che dovrebbe dire solo bugie per non prendersi la colpa! Forse Lino non ha fatto nulla di male, ma sono sicuro che è stata lei! Lei è sempre con i suoi amichetti più grandi dell’altra parrocchia (e non dell’altra sponda). Basta, mi me ne vado da questo posto, sono tutti ladri qua dentro, Lino, quella ragazzina che beve bianco che non è latte, e il negro! Perugino, non mi sei mai piaciuto. Non si può vivere con gente del genere dentro ad una chiesa”.
Ebbene si, queste furono le parole assolutamente folli del vecchio. ma la cosa più assurda è che tutti, o quasi, i presenti lo applaudirono. Solo una persona non aveva battuto ciglio dopo tale discorso, Ettore. Se ne stava in un angolino intento a pregare, o almeno così sembrava. Seguirono numerosi discorsi e litigi tra i presenti, ma preferirei risparmiarvi le infamità. Così sospetti e colpe passarono alla povera Sammy, che durante tutti questi calorosi e amorevoli discorsi, da cui poteva trasparire l’immensa saggezza degli stolti, aveva parlato con Don Perugino, che forse era l’unico che le credeva.
Manco a dirlo esiste sempre qualcuno che ha il potere di aizzare le folle contro chi vuole lui. In questo caso la vittima fu la povera Sammy, la cui unica colpa era quella di essere lì in quel momento. La scintilla scaturì da un certo Mario:
“Scoltème. Se tuti quanti che sta tosa la beve, la fuma e che a frequenta un bruto giro. Cosa voì che a fuse par ea rubare el cestin coi schei par la cesa del signore? Magari i ga robà par comprarse e cicche, o chissà cosa. Secondo mi la se sta ea. El povero Lino nol centra niente. Vero che el beve e che ga stupìo tuti quanti oggi quando che el ga bestemà, ma lu nol ga roba niente. La se sta ea!! Parché la se el contraroi del bon Ettore, che el se sempre en cesa, chel aiuta sempre tuti quanti! I dovarìa esere tuti come lu! Samantha, tira fora i schei o ciamemo i puloti! Movate...”
Ascoltatemi. Sapete tutti quanti che questa ragazza beve, fuma e frequenta un brutto giro. Cosa volete che sia per lei rubare il cestino con i soldi per la casa del Signore? Magari li ha rubati per comprarsi le sigrette, o chissà cosa. Secondo me è stata lei. Il povero Lino non centra niente. Vero che beve e che ha stupito tutti oggi quando ha bestemmiato, ma lui non ha rubato niente. è stata lei!! Perché è il contrario del buon Ettore, che è sempre in chiesa, che aiuta sempre tutti quanti! Dovrebbero essere tutti come lui! Samantha, tira fuori i soldi o chiamiamo i poliziotti! Muoviti...”.
La poveretta sbiancò. Scoppiò un polverone tremendo, tutti si urlavano contro nel frastuono più totale. C’era chi difendeva la ragazza, chi l’accusava, chi faceva assurde congetture su una presunta visita di Gesù in persona. Finalmente intervenne Perugino.
“Nel nome del Signore, smettetela!! Branco di vecchi stolti!”.
La voce baritonale del giovane echeggiò per le tre navate della chiesa, sovrastando ogni voce e zittendola.
“Andate tutti fuori, vi rendete conto delle stupidaggini che state dicendo? State andando contro ogni insegnamento di Gesù nostro Signore! Uscite e rinfrescatevi la testa, vi dirò io quando tornare”.
Tutti se ne andarono discutendo animatamente. Perugino rimase da solo nella chiesa silenziosa e spoglia. Era preoccupato dalla piega che stavano prendendo le cose. La comunità era talmente sconvolta dall’accaduta che cercava disperatamente un capro espiatorio, colpevole o meno.

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